Un recente studio condotto dall'Osservatorio indifesa, in collaborazione con la community di Scomodo, ha rivelato preoccupanti tendenze riguardo alla sicurezza online tra i giovani italiani. Coinvolti oltre 2.700 individui sotto i 26 anni, l'indagine evidenzia un'inquietante consapevolezza dei rischi digitali, nonché una contraddizione nell'applicazione delle misure preventive. L'analisi mette in luce come i giovani chiedano maggiore regolamentazione del web, pur spesso agendo in modo che aumenta la loro vulnerabilità.
I giovani mostrano una crescente consapevolezza dei pericoli online, ma spesso cadono in comportamenti contraddittori. Un esempio significativo è la richiesta di una maggiore regolamentazione del web da parte del 70% degli intervistati, malgrado molti condividano password personali. Questa discrepanza tra percezione e azione riflette un complesso rapporto tra generazioni più giovani e il mondo digitale. La maggioranza riconosce il revenge porn come una minaccia grave, tuttavia alcuni si comportano in modo che potrebbe favorire tale pratica.
L'indagine sottolinea come il 58% dei giovani fino ai 26 anni identifichi il revenge porn come il principale rischio online. Seguono l'alienazione dalla realtà (49%) e le molestie (47%). Per gli under 20, il cyberbullismo emerge come una preoccupazione maggiore, con il 52% che lo segnala come problema. Nonostante questa chiara comprensione dei rischi, molti giovani continuano a condividere informazioni sensibili online, come le proprie password. Questo comportamento contrasta con le loro richieste di maggiore sicurezza e regolamentazione del web, evidenziando una notevole discrepanza tra consapevolezza e pratica.
Le conseguenze psicologiche della violenza subita dai giovani sono profonde e durature. Dall'indagine emerge che quasi la metà degli intervistati ha vissuto episodi di violenza, con effetti devastanti sulla loro autostima e fiducia negli altri. La scuola risulta essere il luogo più probabile dove avvengono tali incidenti, superando anche il web stesso. Questo dato solleva importanti domande sulla sicurezza all'interno del sistema educativo.
La perdita di autostima e fiducia nelle persone è la conseguenza più diffusa, affrontata dal 63% dei giovani che hanno subito violenze. Altre reazioni includono ansia sociale, isolamento, depressione e disturbi alimentari. In caso di bullismo o cyberbullismo, solo una piccola percentuale (2,23%) confiderebbe un insegnante, mentre la maggior parte si rivolgerebbe agli amici o ai genitori. La scuola appare quindi come un ambiente particolarmente problematico, con il 56,5% degli adolescenti che la considera il luogo più rischioso per esperienze negative. Questo scenario suggerisce la necessità di interventi mirati per migliorare la sicurezza sia online che nei contesti fisici frequentati dai giovani.