Il conflitto tra Israele e la Striscia di Gaza continua ad intensificarsi, con Hamas che rifiuta una proposta di tregua parziale avanzata da Tel Aviv. L'organizzazione richiede un cessate il fuoco completo che includa la liberazione di tutti gli ostaggi e il ritiro delle forze israeliane. In risposta, il governo israeliano ha aumentato i propri sforzi militari, dichiarando l'intenzione di disarmare completamente Hamas. Le tensioni si sono ulteriormente accresciute con attacchi che hanno causato numerose vittime civili.
Hamas ha chiaramente espresso il proprio disaccordo verso qualsiasi accordo limitato, insistendo su un piano globale per risolvere il conflitto. Secondo Khalil al Hayya, capo negoziatore palestinese, gli accordi incompleti potrebbero essere usati come copertura per strategie militari e politiche. La proposta israeliana prevedeva lo scambio di ostaggi e la liberazione di prigionieri in cambio di una pausa temporanea nel conflitto, ma Hamas ha respinto tale offerta.
Il dibattito riguardo alla natura dell'accordo si è amplificato quando Hamas ha consegnato la sua controproposta ai mediatori egiziani e qatarieni. Il gruppo sostiene che solo un cessate il fuoco totale garantirà la pace duratura, comprendendo il ritiro delle truppe israeliane e il rilascio di detenuti palestinesi. Questa posizione riflette un profondo scetticismo nei confronti delle intenzioni israeliane, alimentato dalle continue ostilità e dalla mancanza di fiducia reciproca.
Le azioni militari israeliane nella Striscia di Gaza hanno avuto conseguenze devastanti sulla popolazione civile. Il 18 aprile, quindici persone, inclusi dieci membri di una stessa famiglia, sono state uccise in due diversi attacchi aerei. Questi eventi evidenziano l'impatto umano del conflitto, con l'aumento dei morti e feriti che genera ulteriore sofferenza tra la popolazione locale.
Israele ha recentemente trasformato una parte significativa della Striscia di Gaza in una "zona di sicurezza", strategia criticata per rendere il territorio sempre più invivibile. Esperti come Agnès Levallois, del centro studi francese Fondation pour la recherche stratégique, hanno denunciato questa politica come una minaccia diretta alla sopravvivenza della comunità gazese. Mentre Israele mira a debellare Hamas, le operazioni militari continuano a provocare distruzione e perdite umane, esacerbando ulteriormente le tensioni tra le parti in causa.