Una Svolta Lirica per un Capolavoro Letterario

Apr 28, 2025 at 12:31 PM

Nel 2023, il romanzo di Umberto Eco, "Il nome della rosa", ha intrapreso una nuova avventura artistica attraverso un'opera lirica composta da Francesco Filidei. Questa trasformazione musicale, presentata al Teatro alla Scala di Milano, è stata un evento culturale significativo che ha dimostrato come opere letterarie possano essere reinterpretate in modi creativi e innovativi. Originariamente concepito come un giallo ambientato in un monastero medievale, il libro si è evoluto in un'opera multimediale, influenzando non solo la letteratura ma anche il cinema, i fumetti e perfino la musica metal.

Un Viaggio Musicale nel Medioevo

In un autunno dorato del 2025, il Teatro alla Scala di Milano ha accolto con entusiasmo la prima mondiale dell'opera lirica "Il nome della rosa". Composta dal talentuoso Francesco Filidei, questa produzione ha messo in scena personaggi iconici come Guglielmo da Baskerville, interpretato dal baritono Lucas Meachem, e Adso, rappresentato da Kate Lindsey con voce di mezzosoprano en travesti. La regia spettacolare di Damiano Micheletto ha trasformato il teatro in un mondo fantastico, dove le miniature medievali prendevano vita grazie a una scenografia sofisticata disegnata da Paolo Fantin e luci dinamiche curate da Fabio Barettin.

L'orchestrazione, ricca di strumenti insoliti come fogli di plexiglass e campane di bambù, ha creato un suono unico che rispecchiava l'atmosfera misteriosa del monastero. Il coro, diretto con maestria, ha amplificato l'elemento sacro dell'ambientazione medievale, mentre ogni personaggio veniva caratterizzato da un timbro vocale distintivo. Carlo Vistoli, come Berengario da Arundel, e Daniela Barcellona, nell'incarnazione dell'inquisitore, hanno aggiunto sfumature vocali che hanno arricchito ulteriormente lo spettacolo.

Da un punto di vista visivo, i costumi elaborati di Carla Teti hanno catturato l'essenza colorata del medioevo descritto da Eco, mentre la scenografia ha immaginato la biblioteca come un labirinto esagonale di tubi luminosi, simbolo dell'inesplorabilità del sapere.

La serata del 27 aprile 2025 è stata un trionfo, con applausi prolungati da un pubblico esaurito, confermando l'attrattiva universale del racconto di Eco e la sua adattabilità ai più diversi linguaggi artistici.

Guardando all'opera lirica di Filidei, ci rendiamo conto di come i testi letterari possano continuare a vivere e mutare attraverso il tempo. La trasposizione di "Il nome della rosa" sulle scene musicali dimostra che le grandi storie hanno la capacità di superare i confini dei generi e delle epoche, toccando nuove generazioni di lettori e ascoltatori. Questo caso specifico suggerisce che la creatività non conosce limiti e che l'arte, in qualsiasi forma, può essere un ponte tra passato e presente, offrendo sempre nuove prospettive di interpretazione e godimento.