Il recente annuncio del presidente statunitense Donald Trump di impostare dazi elevati contro vari paesi ha gettato un’ombra sull’economia mondiale, colpendo in particolare alcune nazioni emergenti e povere. Tra queste, il Lesotho, un piccolo stato africano circondato dal Sudafrica, è risultato particolarmente vulnerabile a causa della sua dipendenza dalle esportazioni tessili verso gli Stati Uniti. Sebbene le misure siano state temporaneamente sospese per novanta giorni, la minaccia persiste, sollevando preoccupazioni sul futuro economico del paese.
Il Lesotho rappresenta un caso emblematico di come le decisioni commerciali globali possano avere ripercussioni devastanti su economie deboli. Questo paese, con un PIL di appena 2,1 miliardi di dollari, si trova ad affrontare l’imposizione di tariffe doganali elevate sugli indumenti tessili che costituiscono una parte significativa delle sue esportazioni. Gli Stati Uniti, motivati dalla volontà di ridurre il deficit commerciale, hanno proposto aumenti di tariffa fino al 50%, mettendo a rischio decine di migliaia di posti di lavoro locali.
L’industria tessile del Lesotho, gestita principalmente da imprese cinesi e taiwanesi, fornisce abbigliamento per marche famose come Levi’s e Wrangler. Questo settore, che ha beneficiato dell’accordo commerciale African Growth and Opportunity Act (AGOA), offre impiego a circa 36mila persone, la maggior parte delle quali sono donne. Tuttavia, esperti locali avvertono che l’applicazione dei nuovi dazi potrebbe portare alla chiusura di oltre il 60% delle fabbriche tessili, causando un aumento della povertà e della disoccupazione.
La storia dell’industria tessile nel Lesotho risale agli anni Ottanta, quando investitori stranieri cercavano alternative alle sanzioni internazionali imposte al Sudafrica durante il regime dell’apartheid. Da allora, il settore si è consolidato, diventando uno dei principali motori dell’economia nazionale. Tuttavia, la pandemia di covid-19 ha già inflitto danni significativi, riducendo i posti di lavoro disponibili. L’aggiunta di ulteriori ostacoli commerciali potrebbe essere fatale per il fragile equilibrio economico del paese.
Gli economisti temono che l’impatto non si limiti solo al settore tessile. Una crisi economica più ampia potrebbe spingere molte donne lavoratrici a tornare nei villaggi rurali, lasciando i figli ai nonni. Questa situazione potrebbe innescare un ciclo di povertà, malnutrizione e abbandono scolastico, mentre altre conseguenze negative includono un aumento delle migrazioni illegali verso il Sudafrica.
Nonostante le tensioni commerciali abbiano momentaneamente trovato una tregua, le autorità del Lesotho rimangono caute. La minaccia dei dazi elevati continua a pesare sull’economia locale, alimentando incertezze sul futuro. Esperti e leader politici concordano sul fatto che una soluzione duratura richiederà negoziazioni internazionali più equilibrate e attente alle specifiche esigenze dei paesi meno sviluppati. Solo attraverso un approccio collaborativo sarà possibile preservare l’integrità economica di nazioni vulnerabili come il Lesotho.