Nel 2024, il panorama delle materie prime ha presentato un quadro contrastante. Gli investitori hanno cercato rifugio nell’oro per proteggersi dall’inflazione, mentre le commodity come il ferro hanno subito a causa del rallentamento economico cinese. Questa tendenza si prevede che continuerà nel 2025, con ulteriori pressioni sui prezzi delle materie prime. Analisti predicono che la forza del dollaro limiterà la domanda di materie prime quotate in valuta americana. Tuttavia, nuove opportunità potrebbero emergere per il gas naturale e l’oro, mentre altri settori come il petrolio e i metalli industriali potrebbero affrontare difficoltà.
Nell'autunno dorato del 2024, il mercato delle materie prime ha mostrato segni di instabilità. Da un lato, l’oro ha brillato come una forte risorsa di sicurezza contro l'inflazione, registrando una performance annuale eccezionale. Dall'altro, materie prime come il ferro e il rame hanno subito a causa del rallentamento economico in Cina, il principale consumatore mondiale di metalli. Secondo analisti, questa situazione si ripeterà nel 2025, con pressioni su tutte le categorie di materie prime. La forza del dollaro, in particolare, avrà un impatto significativo sulla domanda di materie prime quotate in valuta americana.
In un contesto di incertezza economica, alcuni segmenti potrebbero beneficiare. Il gas naturale, ad esempio, è destinato a guadagnare terreno dopo il recente blocco del flusso di gas russo verso l'Europa. Le previsioni climatiche più fredde negli Stati Uniti e in Asia potrebbero mantenere i prezzi elevati, con un aumento stimato del 40% nel 2025. L’oro, considerato un rifugio sicuro, continua a essere molto richiesto dagli investitori preoccupati per la geopolitica e il debito pubblico. Esperti prevedono che i prezzi dell’oro raggiungeranno i 3.000 dollari l'oncia entro la fine dell'anno. Anche l'argento, essenziale per la produzione di pannelli solari, potrebbe vedere un incremento dei prezzi se la domanda di energia solare continuerà a crescere.
Al contrario, il petrolio e il ferro potrebbero affrontare periodi difficili. La debole domanda cinese e l'eccesso di offerta hanno trascinato i prezzi del greggio al ribasso. L'Agenzia Internazionale dell'Energia prevede che la domanda globale di petrolio crescerà solo leggermente nel 2025, influenzata da un aumento dell'offerta da parte dei Paesi non-OPEC+. Similmente, il ferro potrebbe soffrire per un eccesso di offerta derivante dalle politiche cinesi e dalla geopolitica. Il rame, fondamentale per la produzione di veicoli elettrici e reti elettriche, potrebbe anche perdere slancio se la transizione energetica globale rallenta.
Dal punto di vista di un osservatore attento, queste dinamiche evidenziano l'importanza di una gestione attiva del rischio nei mercati delle materie prime. Maximilian Tomei, CEO di Galena Asset Management, suggerisce che in un contesto di incertezza, sarà cruciale sfruttare le dislocazioni del mercato per posizionarsi nel medio termine o contenere la volatilità attraverso la diversificazione del portafoglio. Le materie prime, sebbene sottovalutate, potrebbero offrire opportunità uniche in caso di eventi di credito o liquidità. In definitiva, l'anno 2025 promette di essere un periodo di sfide e opportunità per gli investitori nel mondo delle materie prime.