L'esperienza del solletico varia notevolmente da persona a persona, ma una cosa è certa: nessuno riesce a provocarselo autonomamente. Il cervello umano è progettato per distinguere con precisione tra stimoli esterni e interni. Durante il nostro quotidiano cammino, ad esempio, percepiamo appena il rumore prodotto dai nostri stessi passi, mentre siamo molto più sensibili ai suoni provenienti dall'esterno, come quelli di qualcuno che ci segue. Questa differenza di percezione è cruciale per la nostra sopravvivenza, poiché consente di riconoscere potenziali minacce.
La percezione del tatto segue lo stesso principio. Quando tocchiamo noi stessi, il cervello interpreta l'impulso tattile come debole e prevedibile, quindi lo ridimensiona. In altre parole, il sistema nervoso sa già cosa aspettarsi quando muoviamo la mano verso un punto del corpo, e pertanto non amplifica la sensazione. Al contrario, quando qualcun altro ci tocca, il cervello non ha alcuna previsione su ciò che accadrà, e di conseguenza la sensazione diventa molto più intensa. È proprio questa mancanza di preparazione che rende il solletico efficace solo quando viene provocato da terzi.
La comprensione di questo fenomeno ci aiuta a riflettere sulla straordinaria capacità del nostro cervello di filtrare informazioni cruciali per proteggerci. La distinzione tra ciò che è interno ed esterno ci permette di vivere in modo più sicuro e consapevole nel mondo che ci circonda. Questa scoperta sottolinea quanto il funzionamento del cervello sia profondamente legato alla nostra sopravvivenza e all'interazione con l'ambiente circostante.