Grande Manifestazione a Lima Contro l'Aumento della Violenza

Apr 9, 2025 at 2:50 PM
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In un'imponente dimostrazione di sdegno, migliaia di peruviani si sono raccolti il 21 marzo nelle strade di Lima e in altre città del paese. L'evento ha visto una gigantesca bandiera nazionale dispiegata al centro della capitale, simbolo di unità contro l'ondata di violenza che sta travolgendo la nazione. La manifestazione è stata scatenata dalla crescente insicurezza e dagli omicidi sempre più frequenti, tra cui quello del cantante popolare Paul Flores, assassinato pochi giorni prima durante un assalto armato. Questa crisi di sicurezza pubblica ha portato il governo a dichiarare lo stato d'emergenza a Lima e nella provincia di Callao, mentre le autorità cercano soluzioni urgenti.

Gli ultimi anni hanno registrato un aumento significativo delle aggressioni armate, estorsioni e rapimenti, con numeri che superano ogni precedente record. Le bande criminali, originariamente concentrate in zone rurali, stanno ora espandendosi in aree urbane come Lima, Trujillo e Piura. Secondo gli esperti, questa situazione è aggravata dall'infiltrazione di gruppi colombiani ed ecuadoriani che si appoggiano alla delinquenza locale per diversificare le loro attività illegali. Il fenomeno colpisce settori chiave dell'economia, come il commercio informale e i trasporti, fino ad arrivare all'istruzione, con centinaia di scuole private già vittime di estorsione.

L'aumento della produzione di coca e dell'estrazione illegale di oro ha alimentato ulteriormente le attività criminali. Noam López Villanes, un esperto universitario, spiega che le bande criminali hanno ampliato il loro campo operativo dalle regioni andine e amazzoniche alle metropoli. Le armi utilizzate in questi conflitti sono sempre più sofisticate, rendendo le azioni criminali ancora più letali. Mentre il governo ha reagito con misure drastiche, tra cui la creazione di una task force militare e persino la proposta di reintroduzione della pena di morte, l'opinione pubblica resta scettica riguardo all'efficacia di tali interventi.

I critici accusano le istituzioni governative di ipocrisia e corruzione, citando leggi che agevolerebbero le attività criminali. Sinesio López, sociologo, sostiene che il congresso nazionale sia diventato un luogo di concentrazione delle mafie, con numerosi deputati sotto accusa per vari crimini. L'instabilità politica cronica negli ultimi trentacinque anni ha favorito una diffusione generalizzata della corruzione, compromettendo il funzionamento delle istituzioni. Di fronte a questa realtà, la fiducia dei cittadini verso le autorità è praticamente inesistente, con gradimento del governo e del parlamento ai minimi storici.

Nel contesto di queste tensioni crescenti, le elezioni previste per il 2026 non sembrano offrire alcuna speranza di cambiamento. I manifestanti hanno espresso la loro frustrazione con slogan drammatici, chiedendosi quanto tempo ancora dovranno sopportare la violenza. L'appello è chiaro: senza un'intervento radicale, il Perù rischia di essere inghiottito da un ciclo incessante di paura e insicurezza.