Il caso di Kilmar Ábrego García, un migrante salvadoregno espulso erroneamente verso il Salvador e successivamente imprigionato in una struttura di massima sicurezza, ha sollevato forti critiche contro l'amministrazione Trump. Il 15 aprile, la giudice federale Paula Xinis ha accusato il governo statunitense di non aver adottato alcuna misura concreta per facilitare il ritorno di Ábrego García negli Stati Uniti, come richiesto dalla corte suprema il 10 aprile. Inoltre, il governo è stato invitato a fornire costanti aggiornamenti sulle azioni intraprese per risolvere la situazione. La moglie di Ábrego García ha espresso la sua frustrazione nei confronti delle autorità, mentre un senatore democratico si è recato nel Salvador per ottenere ulteriori informazioni.
Il 12 marzo, Ábrego García, residente nel Maryland e sposato con una donna statunitense, venne arrestato dalle autorità migratorie statunitensi. Tre giorni dopo, fu espulso insieme ad altre persone accusate di appartenere a bande criminali. Successivamente, il governo statunitense ammise che l'espulsione era stata causata da un "errore amministrativo", poiché un ordine di espulsione precedentemente emesso era già stato annullato da un tribunale federale nel 2019. Nonostante ciò, le autorità sostengono di non poter intervenire direttamente, affermando che Ábrego García sarebbe affiliato alla banda criminale Ms-13.
La giudice Xinis ha sempre respinto queste accuse, sottolineando l'assenza di prove concrete sull'appartenenza dell'uomo a tale organizzazione. Prima della decisione della corte suprema, aveva ordinato alle autorità di attivarsi per garantire il suo ritorno entro il 7 aprile. Tuttavia, tale scadenza non è stata rispettata, portando alla decisione del 10 aprile della corte suprema di imporre al governo di agevolare il rimpatrio di Ábrego García.
In un incontro tra il presidente statunitense Donald Trump e il presidente salvadoregno Nayib Bukele, quest'ultimo ha dichiarato di non avere il potere di rimandare Ábrego García negli Stati Uniti. Secondo quanto riportato dalla Casa Bianca, il governo salvadoregno avrebbe accettato di accogliere i migranti espulsi il 15 marzo in cambio di circa sei milioni di dollari.
Il caso di Ábrego García rappresenta un esempio emblematico delle complesse sfide legate alle politiche migratorie statunitensi. La richiesta di chiarimenti entro quattordici giorni da parte della giudice Xinis dimostra l'urgenza con cui il governo deve agire per porre fine a questa controversia. Gli sviluppi futuri saranno determinanti per capire come l'amministrazione Trump intende gestire simili errori amministrativi, garantendo al contempo il rispetto delle decisioni giudiziarie e dei diritti umani.