Il risultato delle elezioni presidenziali del 10 febbraio in Ecuador ha portato a un pareggio sorprendente tra il presidente uscente Daniel Noboa e l’avvocata Luisa González. Con oltre il 70% dei voti conteggiati, la differenza si mantiene entro meno di un punto percentuale. Questa situazione richiede un secondo turno previsto per aprile, ripetendo lo scontro già avvenuto nell'ottobre 2023, quando Noboa era emerso vincitore. La campagna elettorale ha evidenziato due visioni contrastanti per il futuro del paese, con González che mira a riportare al potere la sinistra ecuadoriana dopo anni di assenza.
Daniel Noboa, figlio di un noto magnate delle banane, ha guadagnato popolarità grazie alla sua ferma opposizione al narcotraffico. Il suo breve mandato, iniziato dopo le elezioni anticipate dell’anno scorso, è stato segnato da misure rigorose contro il crimine organizzato. Le sue politiche, come lo stato di emergenza e l'impiego dei militari nelle strade, hanno suscitato critiche da parte delle organizzazioni per i diritti umani, ma Noboa sostiene che tali azioni abbiano contribuito a ridurre significativamente il tasso degli omicidi nel paese. Nonostante le controversie, molti ecuadoriani apprezzano il suo approccio deciso, soprattutto in un contesto di crescente instabilità sociale.
Luisa González, una stimata avvocata di 47 anni, rappresenta un cambiamento radicale rispetto all'attuale governo. Considerata l’erede dell'ex presidente socialista Rafael Correa, González promette di restituire il potere alla sinistra, che non detiene l'ufficio presidenziale dal 2017. La sua candidatura ha sorpreso molti osservatori politici, dimostrando un forte appoggio popolare nonostante la concorrenza di Noboa. González propone riforme sociali e economiche per affrontare le sfide interne del paese, inclusa la lotta alla povertà e all'ineguaglianza economica.
La corsa verso il secondo turno rivela un paese profondamente diviso tra due prospettive diverse. Noboa, con il suo passato nel mondo degli affari e le sue politiche rigide, rappresenta la continuità, mentre González simboleggia un ritorno alle politiche progressiste. Entrambi i candidati devono ora prepararsi per una campagna decisiva, che determinerà il futuro dell'Ecuador nei prossimi anni. I cittadini attendono con ansia il risultato finale, sperando che il nuovo leader possa portare stabilità e prosperità al paese.