Un’ombra si è proiettata sulle aspirazioni democratiche della Tanzania, dove l'incriminazione per tradimento del leader dell'opposizione Tundu Lissu solleva dubbi sull'impegno della presidente Samia Suluhu Hassan per elezioni trasparenti previste per ottobre. Le accuse contro Lissu, che aveva avvertito i suoi seguaci riguardo al rischio di frodi elettorali, insieme all'esclusione del suo partito Chadema dal processo elettorale, hanno suscitato preoccupazioni internazionali. Il giornale The East African ha fatto notare come queste mosse richiamino strategie simili adottate in passato da Yoweri Museveni in Uganda.
Nel contesto politico incerto della Tanzania, il 3 aprile scorso, Tundu Lissu ha pronunciato un discorso audace in cui ha invitato i propri sostenitori a ostacolare la conduzione delle elezioni. Secondo lui, mancavano le condizioni necessarie per garantire un voto onesto e sicuro. Pochi giorni dopo, una decisione controversa ha escluso il Chadema dalla gara elettorale, gettando ulteriore confusione sul futuro democratico del paese. In parallelo, la presidente Samia Suluhu Hassan viene criticata per aver adottato tattiche aggressive contro l'opposizione, raffrontabili con quelle usate dal leader ugandese Yoweri Museveni. Questo scenario ha innescato preoccupazioni globali sulla democrazia africana.
Dall'angolo di un osservatore, questa situazione mette in evidenza quanto sia difficile conciliare ambizioni politiche con principi democratici fondamentali. La decisione di accusare un oppositore di tradimento non solo compromette la credibilità delle elezioni ma alimenta tensioni sociali che potrebbero destabilizzare il paese. È fondamentale riflettere su come i leader possano utilizzare strumenti più inclusivi e trasparenti per costruire fiducia tra tutti i gruppi politici.